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MICHELANGELO 2

Questo è stato il primo modello che papà ha realizzato con finalità competitive. Qui si era studiato i regolamenti internazionali che prevedono un sacco di vincoli tra i quali io ricordo unicamente la vernice opaca che papà odiava in quanto toglie luminosità ai particolari. Per questo modello ha avuto un'attenzione quasi maniacale al rispetto della scala (1:200). Per alcuni profili in evidenza è ricorso all'impiego di lamierini di ottone poiché il legno non consentiva spessori tanto sottili. Per i corrimani ricordo ha comprato punte da trapano da 0,2 con le quali bucava i montanti dei corrimani dove poi faceva passare i cavi di protezione anche quelli opportunamente dimensionati. Per l'intelaiatura delle ciminiere usava del tubo di ottone che poi stagnava pezzo pezzo ustionandosi regolarmente le mani. La colla rapida, costituì una grandissima scoperta che papà impiegò abbondantemente, ma dove poteva gli preferiva per formazione professionale lo stagno e questa scelta ha contribuito a rendere solidi i suoi modelli. Uno dei rammarichi che ho è stato quello di aver fatto solo pochissime fotografie dei pezzi prima del montaggio e della verniciatura. Alcuni erano opere più apprezzabili da grezze che da rifinite. Con questo modello, ultimato nel 1985, si piazzò quarto ai campionati italiani svoltisi a Napoli nel 1986. Questa prima partecipazione fu una profonda delusione perché papà non riuscì mai ad accettare che la quantità di lavoro, che è uno dei parametri di valutazione, avesse un peso uguale ad altri, per cui un modellino del motosilurante "maiale" gli si piazzò davanti. "Quello lo faccio al tornio in mezz'ora" fù il suo commento, anche se riconosceva la cura dei particolari e l'abilità del modellista; così prese il Michelangelo e abbandonò la competizione ancora in svolgimento. Questo era il suo carattere.
Certo per uno che aveva impiegato più di una settimana solo per piegare a caldo e poi limare le pale dell'elica era uno smacco; questo lo spinse da un lato ad allontanarsi per un periodo dalle competizioni e dall'altro a ricercare un modello che non ammettesse confronto per fedeltà, esecuzione, tecnica, ore di lavoro. Non presentò mai più questo modello ad alcuna competizione sebbene forse un'altra commissione giudicante avrebbe potutto premiarla con qualche medaglia, ma lui puntava già più in alto.