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SOVEREIGN OF THE SEAS

Questo fu il secondo modello che realizzò e portò a termine nel 1979. Con questo abbandonò le scatole di montaggio per passare ai soli disegni tecnici. Circa i piani costruttivi, ricordo lungo la sua pluriennale esperienza che spessissimo imprecava contro di essi in quanto non erano mai sufficientemente dettagliati e talvolta addirittura contrastanti tra sezioni. Questo lo portò in alcune occasioni a riprendere in mano fogli, matita, compasso e curvilinee per ridisegnare letteralmente alcuni progetti. Non fu questo il caso. Questo modello però gli fece provare l'ebrezza dell'"autocostruito" in quanto, a parte i fregi metallici, tutto il resto é costruito da lui e non solamente assemblato. Verniciato brillante il modello é di notevole impatto visivo e, credo, fu il primo ad essere esposto in qualche mostra locale. Partecipare a delle mostre, anche assolutamente secondarie, ha il pregio di introdurti in un nuovo mondo che è quello dei modellisti dove puoi confrontare esperienze e risultati. Durante una di queste mostre locali conobbe Aldo Baradel uno storico modellista veneziano che gli fece intravedere il salto definitivo in quello che poi diventò il suo vero mondo: l'autoscotruzione totale e che lo introdusse nei circuiti competitivi, ma che soprattutto gli mostrò il suo modello del Bucintoro, già campione mondiale. Baradel lo presentò anche ai fratelli Soccoli famosi scultori del legno dai quali apprese i primi rudimenti di quest'arte. Il merito maggiore quindi della Sovereign of the Seas fu proprio quello di aprirgli nuovi orizzonti.
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